Berlusconi, uno contro tutti: Fini non divorzia ma chiede rispetto ….

Pubblicato il da Aries 935

Clip20Ci sono modi e modi di chiedere rispetto. E, con un po’ di umiltà, mettersi nelle condizioni di meritarlo.

Se preso “ per incantamento “ l’optimo e maximo, Giorgio Napolitano cominciasse ad esigere il rispetto dovutogli  come Capo dello Stato italiano e rappresentante dell’unità nazionale, oltreché per la  superiorità morale ed il prestigio nell’esercizio delle prerogative costituzionali concessegli, rintuzzando a spada tratta una dopo l’altra le insinuazioni, le accuse e, soprattutto, gli insulti dei tanti pidocchietti di una politica di bassa lega, sicuramente non potremmo più considerarlo il nostro Presidente né riconoscerci in uno stato democratico. Sa bene, Giorgio Napolitano, che non serve la grancassa per ottenere rispetto e che un più dignitoso silenzio, anche se nulla lo impone, fa più frastuono. Non lo sentiranno mai gli italiani, in televisione a reti unificate, inviare messaggi solenni per dirci  "Non ci sto" o darci notizia di odiosi "giochi al massacro".

Non lo ha fatto nemmeno quando estremamente gravi sono stati gl’insulti rivoltigli:

·       «Napolitano dorme, il popolo insorge» …. «A Lei che dovrebbe essere arbitro, possiamo dire che a volte il suo giudizio ci appare poco da arbitro e poco da terzo?». L'ex pm precisa che la critica viene fatta «rispettosamente», ma poi aggiunge: «Il silenzio uccide, il silenzio è un comportamento mafioso».

·       « … il Capo dello Stato ha avvallato con la sua firma un comportamento illegittimo e anticostituzionale del governo». Per questo - spiega - «diciamo che il Presidente della Repubblica non è stato arbitro, ma si è messo alla stregua del giocatore. Non sono io che ho permesso di far nascondere il governo dietro il Colle, è stato lo stesso presidente Napolitano che si è messo a ruota del Pdl, mortificando la sua funzione e il suo ruolo. E su questa vicenda, caro Bersani non accettiamo lezioni e andremo direttamente dagli elettori a chiedere conto dell’operato di un governo golpista e di chi ha messo la firma e la faccia su questo vergognoso provvedimento».

Ci sono uomini e “quasi-uomini”.  Politici con il vero senso delle istituzioni e quelli che lo sono a metà  per  il “ quasi-senso” delle istituzioni, variabile a seconda delle gelosie e delle invidie … incapaci di guardare nel loro piatto, rancorosi e acidi.

·       Penso che il genere umano sia fatto da tanti mondi quanti sono gli uomini e che ogni uomo sia diverso dall’altro in ogni singola cellula che nell’insieme lo rendono unico. E diversi i pensieri, le sensazioni …. E mille e mille altre cose ancora …

·       Ma la Patria, primo e massimo ideale che costituisce la civiltà della nostra Italia, alla quale noi tutti apparteniamo, nemmeno nella fiducia verso i massimi rappresentanti delle nostre  istituzioni riesce a cementarci perché sempre più spesso qualcuno di loro continua a tirare l’acqua al suo orticello. Ed è una cocente delusione constatare che spesso sono proprio loro, eletti nostri fiduciari, ad anteporre il proprio interesse o quello del partito di provenienza all’interesse del Paese.

 

Riguardo a Gianfranco Fini, già Vicepresidente del Consiglio dei ministri, fino al 26 maggio 2006, Presidente Silvio Berlusconi;   già Presidente di Alleanza Nazionale, fino all’ 11 maggio 2008, reggente attuale Ignazio La Russa; ex MSI (1968-1995), ex AN (1995-2009), PDL dal 2009 (e speriamo ancora per poco), la cosa è diversa.

 

E’ presidente della Camera dei Deputati dal 30 aprile 2008, successore dell’ottimo Fausto Bertinotti.

·       Il suo compito è di provvedere al corretto funzionamento della Camera dei Deputati, garantendo l'applicazione del regolamento e provvedendo al buon andamento delle strutture amministrative della stessa.

 

·       Rappresenta la Camera, giudica della ricevibilità dei testi, mantiene l'ordine e dirige la discussione.

·       Sceglie la Commissione permanente cui far esaminare i progetti di legge presentati alla Camera, (salva opposizione di un capogruppo o di un decimo dei deputati, che rimette all'Aula la decisione).

·       Richiamare all'ordine un deputato nominandolo, allontanarlo dall'aula o, nei casi più gravi, censurarlo, sospendendolo da 2 a 15 giorni.

·       Nomina, di concerto con il Presidente del Senato a garanzia della più assoluta imparzialità, i membri delle  autorità  per la concorrenza e quella per la editoria e la televisione, del Consiglio di amministrazione della RAI e del Consiglio di presidenza della Corte dei Conti.

L’ adempimento delle sopraccitate delicatissime prerogative non può dare motivo di sospetto: di buona disposizione a vantaggio di qualcuno o di malevola ostilità nei confronti di altri. Per la qual cosa, avendo assunto Fini delle posizioni politiche e delle iniziative non compatibili con il ruolo istituzionale, non gli resta che lasciare la Presidenza della Camera. Oggi come oggi, sembra che voglia continuare a tenere il piede in due staffe o, meglio ancora, essere giocatore e arbitro con la pretesa di cambiare le regole del gioco a metà partita. Solo quando si sarà dimesso, senza alcun sospetto potrà assumere le posizioni politiche e le iniziative che vorrà, al di fuori del Pdl (spero!), e pretendere il rispetto che chiede con la speranza che nel frattempo si sia messo nelle condizioni di meritarlo.

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